mercoledì 28 luglio 2010
Sempre più casalinghe e studentesse nude sul web per soldi
A cura di Emanuela Cerri e della D.ssa Federica Federico
Nel 2006 un'inchiesta del portale Studenti "Il mio corpo mi paga gli studi" denunciava un fenomeno che suscitò molto scalpore nell'opinione pubblica: da un sondaggio risultò che il 21% delle studentesse utilizzava il proprio corpo per mantenersi all'Università. All'interno di questa "voce" sono da annoverare tante categorie. Si va dalle cubiste, alle lap-dancer, dalle cam girl, alle massaggiatrici fino ad arrivare nei casi più estremi alle accompagnatrici, alle escort e quindi prostitute vere e proprie. Solo nel 3% dei casi quindi si poteva parlare di vero e proprio sesso a pagamento. In numeri assoluti si trattava di circa 75.000 ragazze che usavano il proprio corpo nei modi sopraindicati, a scopo di lucro e nella stessa inchiesta si possono anche leggere vere e proprie testimonianze.
cam_girl_1Ma torniamo ai giorni nostri, quattro anni dopo. Cosa è cambiato? Oggi è diventata convinzione comune: fare la cam girl vuol dire guadagnare bene facendo pochi sforzi. In effetti tutto ciò che serve è una web cam, una connessione internet e ...ovviamente il proprio corpo, più o meno svestito. Giovanissime, studentesse o lavoratrici precarie, che pur di sopravvivere e mantenersi fuori dalla famiglia scelgono la strada di vendere il proprio corpo. Non c'è neanche bisogno di mostrarsi in atteggiamenti troppo espliciti, a volte basta essere ammiccanti e maliziose e saper tenere sulla corda i clienti virtuali. Cominciare è facilissimo: basta iscriversi sugli appositi portali, mettere in vetrina qualche foto di presentazione e poi buttarsi nell'attività. Appena un cliente decide di contattare in privato la camgirl per lei scattano i guadagni.
Il "lavoro" può essere svolto direttamente a casa, e non c'è alcun coinvolgimento fisico. Tutto è virtuale, tutto accade tramite un pc e una webcam, volendo si può benissimo lavorare senza mai far vedere il prorprio volto. C'è chi, sull'onda del fenomeno si è pure inventato una professione nuova di zecca che probabilmente molti uomini vorrebbero svolgere. Su Girlpower abbiamo infatti intervistato Giuseppe Santo, professione trainer di webcam girl: ci racconta come si è letteralmente inventato la sua singolare attività, che punta ad ottimizzare il lavoro delle webcam girls.
A ribadire questi concetti, arricchendoli con la sua storia autobiografica e con un'ampia guida ricca di consigli, ci ha pensato una cam girl italiana, nome d'arte Helen, autrice di "Diario di una webcam girl". Helen è di Milano, ha 27 anni, e da quando ne aveva 22 fa la camgirl. Nel 2007 è arrivato per la prima volta nelle librerie il suo libro, recentemente ristampato. Nonostante siano passati tre anni, del resto, l'argomento non ha quindi perso di attualità.
Vediamo adesso l'aspetto legale della cosa analizzato dall'esperta Dott.ssa Federica Federico.
Le donne hanno una innata capacità di incantare, alcune ne fanno uso sin dall’adolescenza, altre la riservano all’intimità dei rapporti d’amore. Ma tutte intuiscono presto quanto il loro corpo possa affascinare. Non appena fiorisce una ragazzina ha già il potere di stregare un uomo. E, senza rendersene pienamente conto, sceglie come esprimere ed usare la propria carica “sessuale”.Tale scelta si realizza attraverso decisioni quotidiane, comuni, se vogliamo banali; si sostanzia nell’immagine che ciascuna giovane offre di sé. In questo senso sono caratterizzanti il modo di vestire, di atteggiarsi, di approcciare all’altro sesso.
Tendenzialmente le ragazzine di oggi conoscono la seduzione, giocano molto con la sessualità ed amano dare una immagine “consumata” di se stesse. Tutto ciò dipende da una crescente tendenza alla svalutazione del sesso.
Secondo i dati forniti dal Centro di Ginecologia e Sessuologia del San Raffaele Resnati di Milano, tra i giovanissimi il 61% delle donne ed il 39% degli uomini rimpiange di avere avuto rapporti sessuali troppo presto ed in condizioni negative. Il presidente della SIGO, Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia, dichiara: "la conoscenza della salute riproduttiva è scarsa e i ragazzi non sempre possiedono gli strumenti per decidere quando avere il primo rapporto, quali sono le informazioni necessarie e soprattutto quali conseguenze e valori sono collegati alle esperienze sessuali".
camgirl-1In buona sostanza il sesso ha perso importanza, non è più momento d’amore a cui si arriva nella costruzione di un sentimento. È un fatto che si fa perché rientra nella normalità, è una cosa che fanno tutti, è un esperienza corporale e non necessariamente emotiva. Insomma è più un atto che non una azione sentimentale. È questo lo sfondo socio-cultuale su cui si colloca il fenomeno, diffuso e preoccupante, delle camgirl. È ammissibile consentire a ragazzine più o meno giovani di svendere il proprio corpo in rete?
Certamente il sesso ha trovato in internet una florida piattaforma di diffusione. In questo caso specifico il fruitore è quell’uomo che riesce a soddisfare la sua libido senza il rapporto corporale, ma semplicemente ordinando dei comportamenti ed assistendo alla loro realizzazione in video.
Per approcciare al fenomeno in punto di diritto, è indispensabile rispondere alla seguente domanda: siamo dinnanzi a pornografia o a prostituzione? Prima della pronuncia della Cassazione (sentenza n°228692 dell’aprile 2004) qualcuno tendeva ad inquadrare il fenomeno nella pornografia. Chi aderiva a questa soluzione considerava come centrale il fatto che il fruitore del servizio guardava l’atto sessuale attraverso lo schermo. In questo senso, se normalmente la pornografia segue tre passaggi: produttore - distributore ed, in ultimo, fruitore, l’uso di internet non avrebbe fatto altro che accorciare tale catena eliminando il passaggio attraverso il distributore. Insomma la ragazza spogliandosi fa un video porno che viaggia in tempo reale grazie alla rete. E per parte sua il consumatore guardando lo schermo fruisce della visione esattamente come se guardasse un qualunque film pornografico.
Questa soluzione, però, non considerava debitamente una cosa: vero è che il fruitore di fatto guarda un video, ma non è trascurabile la fattiva interazione tra colui che guarda e colei che agisce. Il cliente della camgirl, infatti, le chiede delle prestazioni, quindi, interagisce con la ragazza. Se c’è interazione, c’è prostituzione. Laddove la prostituzione è da intendersi come quell’ampio complesso di azioni compiute da una donna, dietro corresponsione di una somma di danaro, in favore d’un uomo e per il soddisfacimento della libido di quest’ultimo. La Cassazione ha statuito che le prestazioni sessuali con interazione a mezzo web incarnano la fattispecie della prostituzione. E incorrono nel reato di sfruttamento della prostituzione tutti coloro che abbiano reclutato le ragazze o rendano possibili i collegamenti in rete. In questo senso si potrebbe rintracciare una responsabilità anche dei gestori dei siti, che certo godono di discreti guadagni. Ma le più professionalizzate prestazioni delle camgirl, pur avvenendo in Italia ed essendo acquistate da un pubblico nostrano, spesso rimbalzano attraverso siti esteri
fonte:http://www.pianetadonna.it/societa/news/sesso-giovani-casalinghe-fenomeno-camgirl.html
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